Leonardo, indizi e frottole

Leonardo è passato da Verona?
Un “buco biografico” dal luglio del 1499 (quando lascia Milano) al marzo del 1500 (quando è a Venezia), durante il quale conosciamo per certo solo una breve sosta alla corte di Mantova, potrebbe farlo credere: certi suoi disegni si possono riferire a luoghi veronesi, e poi era in amicizia con il medico veronese Marco Antonio Della Torre, con il quale condivideva quasi in segreto gli studi di anatomia.
Un percorso a indizi ci permette di inseguire Leonardo soprattutto nel suo rapporto con la Natura, il suo grande amore ossessivo. Alcuni suoi scritti, con le testimonianze di biografi antichi e moderni, ci aiutano ad interpretare tali indizi, anche se sappiamo, con Costantino D’Orazio, che “chi entra in contatto con Leonardo da Vinci corre il rischio di perdersi nel suo labirinto”.
Ci accompagnerà la musica del suo tempo: la frottola, vera “canzone” di corte di primo ‘500, era coltivata dallo stesso Leonardo (che fu anche cantore, suonatore di lira, inventore di strumenti musicali e compositore), ma è un genere che si sviluppò a Mantova a partire da un gruppo di musicisti tutti veronesi (Bartolomeo Tromboncino, Marchetto Cara, Michele Pesenti) e che ebbe straordinaria diffusione in tutta l’Italia padana anche grazie alla neonata stampa musicale.
La leggerezza della frottola ci permetterà anche di ironizzare sull’inflazione di attribuzioni leonardesche che è esplosa durante il cinquecentenario del 2019.

 

Gaetano Miglioranzi, testi e immagini
Matteo Zenatti, canto e arpa rinascimentale

Percorso sonoro – visivo che può essere svolto:

– in ambiente chiuso, con proiezioni di immagini
– all’aperto, con percorso naturalistico
che raggiunga una postazione panoramica

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