Delle laudi della Musica – 08

IH08 - libro primo - capitolo secondo

Ma lasciamo hormai da parte le cose superiori, et ritorniamo a quelle che sono dalla natura produtte per ornamento del mondo, che ogni cosa vederemo piena di musici concenti.

Il Mare primamente hà le Sirene, le quali, se è lecito dar fede a gli scrittori, a nauiganti vdire si fanno di tal sorte, che vinti molte volte dall’harmonia loro, et soprapresi dal sonno, perdeno quello, che sopra ogn’altra cosa è carissimo a tutti gli animali.

Nell’Aria et nella Terra insieme sono gli vccelli, che anchora essi co i loro concenti dilettano et ricreano non pur gli animi lassi et pieni di noiosi pensieri, ma li corpi ancora; percioche il viandante molte volte stanco per il lungo viaggio, ricrea l’animo, riposa il corpo, et si dimentica delle passate fatiche per la soaue harmonia de boscarecci canti de gli vccelli di tante varie sorti, che sarebbe impossibile poterle raccontare.

Li Fiumi et li Fonti medesimamente dalla natura fabricati soglion dare grato piacere a chiunque ad essi vicino si ritroua; et l’inuitano bene spesso per ricrearsi ad accompagnare il suo rustico canto co i loro strepitosi concenti.

Tutte queste cose il Dottissimo Virgilio espresse con poche parole, quando disse, che al canto di Sileno, non solo li Fauni, et le altre fiere, ma le dure Quercie ancora, ballauano; saltando quelli, et queste spesso mouendosi con numerosi mouimenti; dinotandoci, che non pure le cose sensibili; ma ancora quelle, che mancano del senso, sono quasi prese et vinte dalli concenti musicali; et fansi di dure et aspre, mansuete et piaceuoli.

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