Dell’ vtile che si ha della Musica, et dello studio che vi douemo porre, et in qual modo vsarla – 1.4.2

IH - libro primo - capitolo quarto - 2

Et è a noi la Musica tanto naturale, et in tal modo a noi congiunta, che vedemo ciascuno in vn certo modo volerne dare qualche giudicio, ancora che imperfettamente. Per la qual cosa si potrebbe dire, colui non essere composto con harmonia, il quale non piglia diletto della Musica: percio che (si come habbiamo detto) se ogni dilettatione et piacere nasce dalla similitudine, è necessario, che colui, il quale non hà piacere dell’ harmonia, in vn certo modo ella non si troui in lui, et che di essa sia ignorante. Et se bene si vorrà essaminare la cosa, si ritrouerà costui esser di bassissimo ingegno, et senza punto di giudicio; et si potrebbe dire, che la natura gli hauesse mancato, non gli hauendo proportionatamente formato l’organo: essendo che quella parte, la quale è per mezo il ceruello, et è più vicina all’ orecchia, quando è proportionatamente composta, serue ad vn certo modo al giudicio dell’ harmonia, dalla quale l’huomo, come da cosa simile, è preso et vinto, et in essa molto si compiace: Ma se auiene che sia priua di tal proportione, molto meno di ciascun’altro di essa prende diletto; et è in tal modo atto alle cose speculatiue et ingegnose, come l’ Asino alla Lira.

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