Dell’vtile che si ha della Musica, et dello studio che vi douemo porre, et in qual modo vsarla – 1.4.4

IH - libro primo - capitolo quarto - 4

Tale vtile adunque ne apporta la Musica, et di più; che scacciando la noia, che si piglia per le fatiche, ne rende allegri, et l’allegrezza raddoppia et conserua.

Noi vedemo li Soldati andare ad assalire l’inimico molto più ferocemente, incitati dal suono delle Trombe et de Tamburi; et non pur essi, ma li Caualli ancora muouersi con grande empito.

Questa eccita l’ animo, muoue gli affetti, mitiga et accheta la furia, fa passare il tempo virtuosamente, et hà possanza di generare in noi vn’habito di buoni costumi; massimamente quando con li debiti modi et temperatamente è vsata: impero che essendo l’vfficio propio della Musica il dilettare, non dishonestamente, ma honestamente quella douemo vsare; accioche non c’ intrauenga quello, che suole intrauenir a coloro, che smisuratamente beuono il Vino; li quali poi riscaldati, nuoceno a se stessi, et facendo mille pazzie muoueno a riso chiunque li vede: Non per che la natura del Vino sia tanto maligna, che quando temperatamente si beua, operi nell’huomo simil effetto: ma si mostra tale a colui, che lo beue auidamente: conciosia che tutte le cose sono buone, quando temperatamente si vsano a quel fine, che sono state ritrouate et ordinate: ma quando sono intemperatamente vsate, et non secondo il debito fine, nuoceno, et sono pernitiose.

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