Dell’vtile che si ha della Musica, et dello studio che vi douemo porre, et in qual modo vsarla – 1.4.5

IH - libro primo - capitolo quarto - 5

Di modo che potemo tenere questo per vero, che non pur le cose naturali: ma ogni arte, et ogni scienza possono essere buone et cattiue, secondo che sono vsate: buone dico, quando sono indrizzate a quel fine, al quale sono state ordinate; et cattiue, quando da quel fine si allontanano.

Essendo adunque nato l’huomo a cose molto più eccellenti, che non è il Cantare, o sonare di Lira, o altre sorti d’istrumenti per satisfare solamente al senso dell’vdito, male vsa la sua natura, et deuia dal propio fine, poco curandosi di dare il cibo all’intelletto; il quale sempre desidera sapere et intendere nuoue cose.

Non debbe adunque l’ huomo solamente imparar l’arte della Musica, et ritrarsi dall’ altre scienze, abbandonando il suo fine; che sarebbe gran pazzia: ma debbe impararla a quel fine, al quale è stata ordinata; Ne debbe spendere il tempo solamente in essa: ma debbe accompagnarla con lo studio della speculatiua; accioche da quella aiutato, possa venire in maggior cognitione delle cose, che all’vso di essa appartengono; et mediante quest’vso possa ridurre in atto quello, che per lungo studio speculando hà inuestigato: imperoche accompagnata in tal modo porta vtile ad ogni scienza, et ad ogni arte, come altre volte habbiamo veduto.

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