Della Musica mondana – 1.6.11

IH - libro primo - capitolo sesto - 11

Tal legamento fatto con harmonia esplicò ancora Boetio dicendo;

Tu numeris elementa ligas, vt frigora flammis
Arida conueniant liquidis, ne purior ignis
Euolet, aut mersas deducant pondera terras.
Tu triplicis mediam naturae cuncta mouentem
Connectens animam, per consona membra resoluis.

Et in vn’altro luogo;

Haec concordia temperat aequis
Elementa modis, vt pugnantia
Vicibus cedant humida siccis
Iungantque fidem frigora flammis.
Pendulus ignis surgat in altum,
Terraeque graues pondere sidant.

Ma chi vorrà dal peso loro comprendere ancora la Mondana harmonia la potrà conoscere: percioche essendo l’vno dell’altro più graue, o più leggiero, sono di tal modo insieme concatennati et legati, che con vna certa harmonia la circonferenza di ciascuno proportionatamente è lontana dal centro del Mondo.

Noi vedemo che quelli, che sono per lor natura graui, sono tirati all’insù da quelli, che sono per loro natura leggieri; et li graui tirano all’ingiù li leggieri in tal maniera, che niuno di loro va fuori del suo propio luogo. Et in tal guisa stanno insieme sempre vniti et serrati, che tra loro non si troua per alcun tempo, quantunque breue, in alcuna parte il Vacuo; il quale la Natura grandemente abhorisce.

Et sono poi in tal modo collocati, che la Terra, la quale per sua natura è semplicemente graue, et il Fuoco, che è semplicemente leggiero, sono quelli, che posseggono gli vltimi luoghi. La Terra tien l’infimo luogo: percioche ogni graue tende al basso; et il Fuoco stà nel supremo: conciosia che ogni cosa leggiera tende a tal luogo. Ma perche li mezi ritengono la natura de i loro estremi, però hà ordinato bene il Creatore, che essendo l’Acqua et l’Aria, secondo vn certo rispetto graui et leggieri, douessero tenere il luogo mezano, l’Acqua accompagnandosi alla Terra come più graue; et l’Aria al Fuoco, come piu leggero; accioche ciascuno si accompagnasse a quello, che era di natura a lui piu simile.

Il qual ordine et legamento leggiadramente Ouidio espresse dicendo.

Ignea conuexi vis, et sine pondere coeli
Emicuit, summaque locum sibi legit in arce.
Proximus est aer illi leuitate locoque.
Densior his tellus elementaque grandia traxit,
Et praessa est grauitate sui. circunfluus humor
Vltima possedit, solidumque coercuit orbem.

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