Della Musica mondana – 1.6.13

IH - libro primo - capitolo sesto - 13

Conciosia che la concordanza et l’harmonia loro partorisca l’harmonia de i tempi, che si conosce prima ne gli Anni, per la mutatione della Primauera nella State; et di questa nell’Autunno: similmente dell’Autunno nel Verno; et del Verno nella Primauera. Et dipoi nelli Mesi per il crescere et sciemare regolatamente, che fa la Luna; et finalmente ne i Giorni per il cambieuole apparir della luce, et delle tenebre; dalla quale harmonia nasce la diuersità di fiori, et di frutti: Percioche, si come afferma Platone, quando il caldo col freddo, et il secco con l’ humido proportionatamente s’vniscono; dall’harmonia di queste qualità ne risulta l’anno a ciascun viuente vtilissimo, pieno di varie sorti di fiori odoriferi, et di frutti ottimi; ne alcun’altra sorte di piante, o di animali viene a patire offesa.

Si come all’opposito auiene, che dalla discordanza et distemperamento loro si generano pestilenza, sterilità, infirmità, et ogni cosa a gli huomini, alle bestie, et alle piante nociua.

Et veramente la Natura hà seguito vn bello et ottimo ordine, facendo che quel che il Verno ristringe et rinchiude, Primauera lo apra, et mandi fuori; et quel che la State secca, l’ Autunno finalmente maturi. Di maniera che si vede l’vn tempo all’altro porgere aiuto; et di quattro tempi harmonicamente disposti farsi vn corpo solo.

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